I Segreti del Successo: Trasforma la Tua Carriera di Valutatore Ambientale e Sblocca Opportunità Inattese

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A professional environmental impact assessor, fully clothed in a modest business suit, standing in a modern, brightly lit office. The assessor is actively engaged with a large holographic display or interactive screen, which showcases complex environmental data visualizations, including intricate GIS maps overlaid with European Green Deal sustainability metrics. The overall scene emphasizes advanced technology, strategic planning, and the transformative evolution of the role. safe for work, appropriate content, fully clothed, professional, perfect anatomy, correct proportions, natural pose, well-formed hands, proper finger count, natural body proportions, high-quality professional photograph, detailed, realistic.

Essere un valutatore di impatto ambientale oggi significa navigare in un panorama professionale in continua e rapida evoluzione. Dalla mia esperienza diretta sul campo, ho notato come l’emergere di nuove normative europee sul Green Deal, l’impiego crescente dell’intelligenza artificiale nell’analisi predittiva e la crescente enfasi sulla sostenibilità a 360 gradi stiano ridefinendo completamente il nostro ruolo.

Questa trasformazione, pur presentando sfide significative, apre contemporaneamente nuove ed entusiasmanti opportunità per chiunque sia pronto a reinventare la propria carriera in Italia e oltre.

Se anche tu senti il desiderio di esplorare percorsi alternativi o di rafforzare le tue competenze per il futuro in questo settore cruciale, sei nel posto giusto per iniziare a capire come fare la tua mossa vincente.

Analizziamolo con precisione.

Essere un valutatore di impatto ambientale oggi significa navigare in un panorama professionale in continua e rapida evoluzione. Dalla mia esperienza diretta sul campo, ho notato come l’emergere di nuove normative europee sul Green Deal, l’impiego crescente dell’intelligenza artificiale nell’analisi predittiva e la crescente enfasi sulla sostenibilità a 360 gradi stiano ridefinendo completamente il nostro ruolo.

Questa trasformazione, pur presentando sfide significative, apre contemporaneamente nuove ed entusiasmanti opportunità per chiunque sia pronto a reinventare la propria carriera in Italia e oltre.

Se anche tu senti il desiderio di esplorare percorsi alternativi o di rafforzare le tue competenze per il futuro in questo settore cruciale, sei nel posto giusto per iniziare a capire come fare la tua mossa vincente.

Analizziamolo con precisione.

La Ridefinizione del Ruolo: Dal Valutatore Tradizionale all’Architetto del Futuro Sostenibile

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Mi ricordo ancora i primi anni della mia carriera, quando la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sembrava un processo quasi meccanico, una casella da spuntare prima di avviare un progetto.

Oggi, però, l’aria che si respira è completamente diversa. Il nostro ruolo si è evoluto, trasformandoci da semplici “controllori” a veri e propri “architetti della sostenibilità”.

Non si tratta più solo di minimizzare i danni, ma di massimizzare il valore ecologico e sociale, integrando i principi di economia circolare e resilienza climatica fin dalle fasi iniziali di un’idea progettuale.

Questa evoluzione richiede non solo una profonda conoscenza tecnica e normativa, ma anche una visione strategica e una capacità di comunicazione che permettano di dialogare con tutti gli stakeholder, dal committente alla comunità locale.

È un cambiamento che mi entusiasma, perché ci pone al centro della transizione ecologica, rendendo il nostro lavoro incredibilmente più significativo e appagante.

La sfida è grande, ma le soddisfazioni sono proporzionali.

1. Da Reattivo a Proattivo: Prevenzione e Innovazione

La transizione verso un approccio proattivo è stata, a mio parere, la svolta più importante. Non ci limitiamo più a valutare progetti già definiti, ma siamo chiamati a intervenire nella fase di ideazione, suggerendo soluzioni innovative che evitino a monte gli impatti negativi.

Ho avuto modo di lavorare su progetti dove, grazie a un’analisi preliminare approfondita e a un dialogo costante con i progettisti, siamo riusciti a riorientare scelte che avrebbero generato problematiche significative, trasformandole in opportunità per la valorizzazione del territorio e la creazione di valore condiviso.

Questo richiede una mente aperta, una costante ricerca e aggiornamento sulle migliori tecnologie disponibili e la capacità di pensare fuori dagli schemi tradizionali.

È un po’ come essere un medico che non si limita a curare la malattia, ma si dedica alla prevenzione, con un occhio attento alla salute a lungo termine del “paziente”, che nel nostro caso è l’ambiente.

2. L’Espansione delle Responsabilità: Oltre il Confine Progettuale

Il campo d’azione dell’esperto ambientale si è notevolmente ampliato. Non si tratta più soltanto di analizzare gli effetti di un cantiere o di un impianto industriale.

Oggi ci troviamo ad affrontare sfide complesse come la valutazione strategica di piani e programmi (VAS), l’analisi del rischio climatico per infrastrutture esistenti, la due diligence ambientale in acquisizioni aziendali e persino la consulenza per l’ottenimento di certificazioni di sostenibilità edilizia o di prodotto.

Ogni giorno ci si presenta un nuovo scenario, una nuova domanda che richiede non solo la nostra competenza specifica, ma anche una buona dose di flessibilità e una genuina curiosità.

Personalmente, trovo stimolante questa varietà, perché mi permette di applicare le mie conoscenze in contesti sempre diversi e di imparare continuamente qualcosa di nuovo, mantenendo viva la mia passione.

Navigare il Nuovo Quadro Normativo: Il Green Deal e Oltre

Il Green Deal europeo non è un semplice insieme di norme, ma un vero e proprio cambio di paradigma che sta ridisegnando l’intera struttura economica e sociale del continente.

Per noi valutatori di impatto ambientale, questo si traduce in un costante bisogno di aggiornamento e una profonda comprensione delle implicazioni di direttive come la Tassonomia Europea, la Direttiva sulle Energie Rinnovabili o il pacchetto “Fit for 55”.

La sfida non è solo conoscere la lettera della legge, ma coglierne lo spirito, l’ambizione di un’Europa più verde e resiliente. Ho trascorso notti intere a studiare i nuovi regolamenti, cercando di anticipare come avrebbero influenzato i progetti che stavo seguendo.

Non è stato facile, ve lo assicuro, ma è stato fondamentale per mantenere la mia professionalità al passo con i tempi e per offrire ai miei clienti una consulenza che fosse non solo conforme, ma anche lungimirante.

1. La Tassonomia Europea: Una Bussola per gli Investimenti Sostenibili

La Tassonomia è diventata una sorta di “bussola” per gli investimenti sostenibili, definendo cosa sia “verde” e cosa no. Per noi esperti, significa dover padroneggiare i criteri tecnici di screening e le condizioni di “Do No Significant Harm” (DNSH) in settori diversissimi, dall’energia alle costruzioni, dai trasporti all’agricoltura.

Questo ci permette di guidare le imprese non solo nella conformità normativa, ma anche nell’accesso a finanziamenti verdi e nel miglioramento della loro reputazione ESG.

Ho notato una crescente richiesta di supporto in questo ambito; le aziende, grandi e piccole, vogliono capire come allinearsi e come comunicare la loro sostenibilità in modo credibile.

È un’opportunità fantastica per posizionarci come consulenti strategici, non solo tecnici.

2. Nuove Direttive, Nuove Opportunità di Specializzazione

Ogni nuova direttiva porta con sé nuove opportunità di specializzazione. Pensiamo, ad esempio, alla direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale o a quelle legate all’economia circolare.

Questi ambiti richiedono competenze specifiche che vanno oltre la tradizionale VIA, spingendoci a esplorare aree come l’analisi del ciclo di vita (LCA), la rendicontazione di sostenibilità o la progettazione ecocompatibile.

Ho partecipato a diversi webinar e corsi per approfondire questi temi, e devo dire che l’investimento di tempo e risorse è stato ripagato dalla possibilità di lavorare su progetti estremamente interessanti e di acquisire un vantaggio competitivo nel mercato.

Il messaggio è chiaro: l’apprendimento continuo non è un’opzione, ma una necessità per prosperare in questo settore.

Tecnologia e Innovazione: L’Intelligenza Artificiale come Alleato Strategico

Ammetto che all’inizio ero un po’ scettico. L’idea che l’intelligenza artificiale potesse entrare nel mio campo, così legato all’osservazione sul campo e all’esperienza umana, mi sembrava quasi un’eresia.

Ma poi, vedendone le applicazioni pratiche, ho dovuto ricredermi. L’AI, il machine learning e i big data stanno rivoluzionando il modo in cui raccogliamo, analizziamo e interpretiamo le informazioni ambientali.

Non sostituiscono il nostro giudizio esperto, ma lo potenziano in modi che fino a pochi anni fa erano inimmaginabili. Penso ad esempio alla capacità di analizzare enormi set di dati satellitari per monitorare i cambiamenti del paesaggio o prevedere la diffusione di inquinanti con una precisione mai vista.

È come avere un assistente instancabile e incredibilmente veloce che elabora informazioni e ci fornisce insight preziosi, liberando il nostro tempo per le analisi più complesse e per le interazioni umane.

1. Ottimizzazione delle Analisi e Monitoraggio Predittivo

L’AI ci permette di ottimizzare enormemente i tempi e la qualità delle analisi. Strumenti basati sul machine learning possono identificare pattern in dati ambientali complessi (qualità dell’aria, acqua, biodiversità) molto più rapidamente di quanto farebbe un team umano, fornendo proiezioni predittive sugli impatti futuri.

Ricordo un progetto in cui l’AI ha accelerato l’analisi di dati climatici per una VIA complessa, permettendoci di identificare zone di rischio idrogeologico che altrimenti avremmo individuato solo dopo mesi di lavoro manuale.

Questo non solo aumenta l’efficienza, ma anche la robustezza delle nostre valutazioni, rendendole più precise e affidabili, elementi cruciali in un settore dove l’errore può avere conseguenze importanti.

2. Strumenti GIS Avanzati e Visualizzazione dei Dati

L’integrazione tra AI e Sistemi Informativi Geografici (GIS) sta aprendo scenari incredibili per la visualizzazione e l’interpretazione dei dati ambientali.

Possiamo creare modelli 3D interattivi dei progetti, simulare gli impatti visivi e acustici, o mappare la distribuzione di specie protette con una granularità impressionante.

Questi strumenti non solo migliorano la nostra capacità di analisi, ma sono anche eccezionali per comunicare in modo chiaro e persuasivo i risultati delle nostre valutazioni a un pubblico non tecnico.

Far vedere un impatto potenziale su una mappa interattiva è molto più efficace che spiegarlo con mille parole. Questo è fondamentale per favorire il dialogo e la comprensione, rendendo il processo di VIA più trasparente e partecipativo.

Le Competenze Indispensabili per l’Esperto Ambientale del Domani

Se dovessi stilare una lista delle competenze più importanti per chi vuole eccellere in questo campo oggi e in futuro, non mi limiterei certo alle sole conoscenze tecniche.

È vero, padroneggiare le normative ambientali, la modellistica e le metodologie di valutazione è la base, ma non è più sufficiente. Il mercato richiede professionisti che siano veri e propri “problem solver”, capaci di navigare la complessità, comunicare efficacemente e pensare in modo interdisciplinare.

Ho imparato sulla mia pelle quanto sia importante essere flessibili e pronti a imparare, perché il settore è in perenne movimento. Se c’è una cosa che mi ha sempre aiutato, è stata la curiosità insaziabile e la voglia di non fermarmi mai alla prima risposta, scavando più a fondo per trovare soluzioni che facciano davvero la differenza.

1. Soft Skills: Comunicazione, Negoziazione e Leadership

Le soft skills sono ormai tanto cruciali quanto le hard skills. Essere un ottimo tecnico non serve a molto se non sai spiegare i tuoi risultati a un consiglio comunale, negoziare con un committente o guidare un team multidisciplinare.

La capacità di ascolto attivo, l’empatia e la persuasione sono fondamentali per gestire le aspettative, risolvere i conflitti e costruire consenso intorno a soluzioni sostenibili.

Personalmente, ho investito molto in corsi di comunicazione e public speaking, e ho visto i risultati: i miei rapporti con i clienti sono migliorati, e le mie presentazioni sono diventate molto più incisive.

Sentirmi a mio agio nel presentare dati complessi a un pubblico eterogeneo è stata una vera e propria rivoluzione personale e professionale.

2. Competenze Digitali Avanzate e Analisi dei Dati

Oltre all’AI e al GIS di cui parlavamo, la padronanza di strumenti di data analysis (Excel avanzato, software di statistica, linguaggi di programmazione come Python o R per l’analisi ambientale) sta diventando un must.

Saper estrarre, pulire e visualizzare grandi quantità di dati è una competenza che fa la differenza. Questo non significa dover diventare un data scientist, ma avere la capacità di interagire con questi strumenti e di interpretarne i risultati.

È un po’ come imparare una nuova lingua: all’inizio è difficile, ma poi ti apre un mondo di possibilità. Di seguito, una tabella riassuntiva delle competenze chiave che ritengo indispensabili.

Categoria Competenza Esempio di Abilità Importanza Attuale e Futura
Tecniche Specialistiche Modellistica ambientale, LCA, VIA/VAS, Diritto Ambientale Fondamentale per la base operativa
Digitali e Analitiche GIS avanzato, AI/Machine Learning, Data Analysis, Python/R Crescente, ottimizzazione processi e insights
Soft Skills Comunicazione efficace, Negoziazione, Problem Solving, Leadership Cruciale per interazione e gestione progetti
Strategiche e Visionarie Pensiero sistemico, Resilienza climatica, Economia Circolare Indispensabile per consulenza a lungo termine
Linguistiche Inglese (almeno B2/C1), altre lingue europee Essenziale per normativa UE e opportunità internazionali

3. Pensiero Sistemico e Approccio Olistico

Non possiamo più limitarci a guardare un solo aspetto dell’ambiente. Ogni decisione ha un effetto a cascata. Il pensiero sistemico ci permette di connettere i puntini, di capire come un impatto su una risorsa (es.

acqua) possa influenzare la biodiversità, il clima, l’economia locale. Questo approccio olistico è ciò che rende le nostre valutazioni non solo corrette, ma anche complete e lungimiranti.

Ho sempre cercato di considerare il progetto non come un’entità isolata, ma come parte di un ecosistema più grande, con tutte le sue interdipendenze. Questo mi ha permesso di proporre soluzioni più integrate e di evitare “effetti collaterali” indesiderati, dando un valore aggiunto inestimabile al mio lavoro.

Oltre la Valutazione: Consulenza Strategica e Gestione del Rischio Climatico

Il ruolo del valutatore di impatto ambientale sta trascendendo i confini della pura conformità normativa, proiettandosi verso la consulenza strategica e la gestione proattiva dei rischi, in particolare quelli legati al clima.

Le imprese, le pubbliche amministrazioni e gli investitori non cercano più solo qualcuno che dica loro “sì” o “no” a un progetto, ma un partner strategico che li aiuti a navigare le complessità della transizione ecologica, a identificare opportunità e a mitigare i rischi emergenti.

Questo è un campo che mi appassiona molto, perché ci permette di avere un impatto diretto sulla sostenibilità a lungo termine delle organizzazioni.

1. Dal Rischio Normativo al Rischio Climatico: Nuove Aree di Consulenza

Fino a poco tempo fa, la maggior parte delle richieste di consulenza ambientale si concentrava sulla conformità alle normative e sulla minimizzazione del rischio legale.

Oggi, il focus si è spostato in modo significativo sulla gestione del rischio climatico, sia fisico (eventi estremi, siccità, innalzamento del mare) che di transizione (nuove politiche ambientali, cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, costi del carbonio).

Le aziende chiedono supporto per l’analisi di scenario climatico, la valutazione della vulnerabilità delle proprie operazioni e asset, e lo sviluppo di strategie di adattamento e mitigazione.

Ho avuto l’opportunità di lavorare su progetti in cui abbiamo aiutato grandi aziende a integrare il rischio climatico nelle loro strategie di business, un lavoro incredibilmente stimolante e di grandissima attualità.

2. ESG e Finanza Sostenibile: Il Ponte tra Ambiente e Investimento

L’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) è sulla bocca di tutti nel mondo della finanza. Gli investitori sono sempre più attenti non solo ai rendimenti finanziari, ma anche all’impatto ambientale e sociale delle aziende in cui investono.

Questo ha creato una domanda enorme per professionisti in grado di valutare le performance ESG, supportare la rendicontazione non finanziaria e assistere nell’ottenimento di finanziamenti sostenibili.

Essere un esperto ambientale con una buona comprensione dei meccanismi finanziari ti pone in una posizione unica per fare da ponte tra questi due mondi, contribuendo a indirizzare i capitali verso un’economia più sostenibile.

È un ruolo che richiede una visione d’insieme e una capacità di tradurre concetti ambientali complessi in termini comprensibili per il settore finanziario, una vera arte, oserei dire.

Sviluppare la Propria Autorità e Rete: Il Personal Branding nel Settore EIA

Nell’era digitale, non basta essere bravi nel proprio lavoro; bisogna anche saperlo comunicare. Ho imparato che costruire un forte personal branding è fondamentale per emergere in un mercato sempre più competitivo.

Non si tratta di autocelebrazione, ma di posizionarsi come un esperto di riferimento, qualcuno di cui ci si può fidare e a cui rivolgersi per soluzioni concrete.

Questa costruzione di autorità non avviene da un giorno all’altro, ma è il risultato di un impegno costante nella condivisione di conoscenze, nella partecipazione a dibattiti e nella costruzione di relazioni significative.

La mia esperienza mi dice che le persone cercano prima la fiducia e poi la competenza, e il personal branding è un veicolo potente per trasmettere entrambe.

1. Essere Presenti e Attivi Online e Offline

La visibilità è chiave. Questo significa essere attivi su piattaforme professionali come LinkedIn, condividendo analisi, commenti su nuove normative, o esperienze da progetti.

Ma non solo: partecipare a conferenze di settore, workshop, seminari, sia come uditori che, quando possibile, come relatori. Ho scoperto che presentare i risultati di un mio progetto o un’analisi su un tema specifico è un modo potentissimo per dimostrare la mia expertise e per connettermi con altri professionisti.

Non abbiate paura di parlare in pubblico; con la pratica, la sicurezza aumenta e le opportunità si moltiplicano. È lì che si creano le connessioni più autentiche, quelle che spesso portano a collaborazioni inaspettate e proficue.

2. La Collaborazione come Chiave del Successo

Nessuno può sapere tutto, e il settore ambientale è troppo vasto e complesso per operare in isolamento. La costruzione di una rete di colleghi, specialisti di altri settori (legali, ingegneri, urbanisti, economisti) è cruciale.

Collaborare con altri professionisti non solo arricchisce le nostre prospettive, ma ci permette anche di affrontare progetti multidisciplinari con maggiore efficacia.

Mi è capitato più volte di dover coinvolgere esperti di biodiversità o di idraulica per una valutazione particolarmente complessa, e la capacità di lavorare in squadra, valorizzando le diverse competenze, è stata la vera chiave del successo.

È attraverso lo scambio e la collaborazione che si generano le idee migliori e si trovano le soluzioni più innovative.

La Passione che Guida: Perché un Impegno Autentico Fa la Differenza

Al di là di tutte le competenze tecniche, digitali e relazionali, c’è un elemento che, secondo me, fa davvero la differenza in questo lavoro: la passione.

L’impatto ambientale non è solo una professione, è una vocazione. È un settore che ti mette di fronte a sfide complesse, a volte frustranti, ma che ti ripaga con la consapevolezza di contribuire a qualcosa di veramente importante.

La mia passione per la tutela dell’ambiente è stata il motore che mi ha spinto ad aggiornarmi, a superare le difficoltà, a cercare soluzioni innovative quando sembrava non ce ne fossero.

È quella scintilla interiore che ti fa alzare al mattino con la voglia di fare la differenza, anche solo con una piccola azione.

1. L’Impatto Reale del Nostro Lavoro Quotidiano

A volte, presi dalla routine, si rischia di perdere di vista il quadro generale. Ma poi, quando vedi un progetto che hai contribuito a rendere più sostenibile, o un ecosistema che hai aiutato a proteggere, l’emozione è indescrivibile.

Mi ricordo la prima volta che ho visitato un’area umida che eravamo riusciti a salvare da un progetto di espansione urbana, proponendo un’alternativa più rispettosa dell’ambiente.

Vedere gli uccelli migratori, sentire il profumo della vegetazione, è stato un momento di pura gratificazione. Quello che facciamo ogni giorno, dietro le scartoffie e i calcoli, ha un impatto reale e tangibile sulla salute del nostro pianeta e sul benessere delle future generazioni.

E questo, per me, è la motivazione più grande.

2. Coltivare la Curiosità e l’Apprendimento Continuo

La passione si alimenta anche con la curiosità. Il mondo cambia velocemente, e con esso le sfide ambientali e le soluzioni disponibili. Non c’è spazio per la pigrizia intellettuale.

Leggere, studiare, confrontarsi con colleghi e esperti di altri settori è fondamentale per mantenere viva la mente e per continuare a crescere professionalmente.

Ogni nuovo articolo scientifico, ogni direttiva europea, ogni innovazione tecnologica è un’opportunità per imparare e per migliorare le nostre capacità.

Credo fermamente che un professionista che non smette mai di imparare sia destinato non solo a eccellere, ma anche a trovare un profondo senso di realizzazione nel proprio percorso.

Per Concludere

In sintesi, il ruolo del valutatore di impatto ambientale in Italia è in una fase di trasformazione profonda e stimolante. Dalla mia esperienza, posso affermare con certezza che non è mai stato così cruciale e ricco di opportunità per chi desidera fare una differenza tangibile. Richiede dedizione, apprendimento continuo e una profonda passione, ma le soddisfazioni sono immense. Se questo percorso risuona con te, sappi che sei sulla strada giusta per un futuro professionale che non è solo una carriera, ma una vera e propria missione per il nostro pianeta. Il futuro è verde, e noi siamo gli architetti.

Informazioni Utili

1. Aggiornamento Continuo: Iscriviti a newsletter di settore (es. quelle delle principali associazioni professionali italiane come ANPA, ASviS) e segui i portali delle istituzioni europee per le nuove direttive.

2. Specializzazione: Considera di approfondire un ambito emergente, come la gestione del rischio climatico, l’economia circolare o la tassonomia, per differenziarti sul mercato.

3. Networking Strategico: Partecipa a eventi, webinar e workshop. La rete di contatti è fondamentale per scambiare idee, trovare collaborazioni e scoprire nuove opportunità di lavoro.

4. Competenza Digitale: Investi tempo nell’apprendimento di software GIS, strumenti di analisi dati (anche a livello base) e nell’uso di piattaforme collaborative. Sono il futuro della professione.

5. Sviluppo delle Soft Skills: Pratica la comunicazione efficace, la negoziazione e il problem solving. Queste abilità sono spesso più apprezzate delle sole competenze tecniche nel lungo termine.

Riepilogo Importante

Il ruolo del valutatore di impatto ambientale sta evolvendo da un approccio reattivo a uno proattivo, diventando sempre più strategico. Il Green Deal europeo e le nuove normative (es.

Tassonomia) richiedono un aggiornamento costante e aprono nuove aree di specializzazione. L’Intelligenza Artificiale e gli strumenti digitali sono alleati essenziali per ottimizzare le analisi e migliorare la visualizzazione dei dati.

Le competenze indispensabili includono non solo quelle tecniche, ma anche soft skills (comunicazione, negoziazione, leadership) e una solida base di competenze digitali e analitiche.

La consulenza strategica, in particolare sulla gestione del rischio climatico e sugli aspetti ESG, rappresenta un’area di crescita significativa. Costruire un forte personal branding e una rete di collaborazioni è fondamentale per il successo.

Infine, la passione autentica per la sostenibilità è il motore che permette di affrontare le sfide e di generare un impatto reale e positivo.

Domande Frequenti (FAQ) 📖

D: Quali sono i cambiamenti più evidenti e sentiti che stanno rimodellando la professione del valutatore di impatto ambientale in Italia oggi?

R: Da quando ho messo piede in questo settore, non ho mai visto un’evoluzione così rapida e profonda! Quello che mi colpisce di più, e lo sento sulla mia pelle ogni giorno, è l’impatto del Green Deal Europeo.
Non è più solo un insieme di direttive, è diventato il filo conduttore di quasi ogni progetto su cui lavoriamo, spingendoci a pensare in modo molto più sistemico.
Poi c’è l’intelligenza artificiale: ricordo ancora le prime volte che la usavamo per analisi predittive. All’inizio sembrava fantascienza, quasi un giocattolo, ma ora è uno strumento indispensabile che ci permette di “vedere” scenari che prima erano impossibili da immaginare con tanta precisione.
E non dimentichiamoci la sostenibilità a 360 gradi: non si tratta più solo di ridurre le emissioni, ma di un approccio olistico che abbraccia tutto, dalla catena di fornitura all’impatto sociale.
È un vortice di novità, a volte un po’ vertiginoso, ma incredibilmente stimolante. Ogni giorno è una lezione e una scoperta.

D: Dato questo scenario in evoluzione, quali sono i primi passi concreti che un professionista può intraprendere per reinventarsi o potenziare le proprie competenze nel settore?

R: Bella domanda, è esattamente il punto cruciale! Dalla mia esperienza, non si tratta solo di aggiornare il CV, ma di un vero e proprio cambio di mentalità.
Il primo passo, cruciale, è quello di investire sulla formazione continua, e non intendo solo i soliti corsi obbligatori. Parlo di specializzarsi in nicchie emergententi: pensiamo all’economia circolare, ai criteri ESG per la finanza, o magari all’analisi dei dati ambientali con strumenti avanzati.
Ricordo quando ho deciso di approfondire l’analisi del ciclo di vita: sembrava una materia ostica, ma mi ha aperto un mondo di opportunità. Poi, è fondamentale fare networking: partecipare a convegni, entrare in associazioni di categoria qui in Italia, come l’APIA o l’ASSOENERGIA, per capire le tendenze e confrontarsi con chi è sul campo.
Non basta più lavorare isolati; la collaborazione e lo scambio di idee sono oro. Infine, osate esplorare i “percorsi alternativi”: magari il vostro valore aggiunto non è nel tradizionale studio di impatto, ma nella consulenza strategica per aziende che vogliono “fare la loro parte” in modo serio.
È un percorso, non una corsa, ma ne vale la pena.

D: Nonostante le sfide che menzioni, quali sono le opportunità più entusiasmanti che si aprono per chi decide di dedicarsi a questa professione in Italia oggi?

R: Le sfide ci sono, è innegabile, ma onestamente, l’eccitazione che provo per le nuove opportunità le supera di gran lunga! La più grande, a mio parere, è la crescente consapevolezza – sia a livello politico che tra le aziende e i cittadini.
C’è una fame incredibile di professionalità che sappiano davvero guidare la transizione ecologica. Questo si traduce in nuovi ruoli e progetti: non parliamo più solo di procedure burocratiche, ma di contribuire attivamente alla progettazione di città più verdi, all’ottimizzazione di processi industriali per ridurre l’impronta carbonica, allo sviluppo di energie rinnovabili.
Mi viene in mente un progetto a cui ho lavorato poco tempo fa, legato alla riqualificazione energetica di un intero quartiere a Milano: vedere l’impatto tangibile, sapere di aver contribuito a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente, è impagabile.
Inoltre, il mercato italiano, con i fondi del PNRR e l’attenzione crescente della UE, sta vivendo un momento di grande fermento. Per chi ha la passione e la voglia di mettersi in gioco, il nostro settore è un vero e proprio cantiere di innovazione, dove si può fare la differenza non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e la società.
È un lavoro con un senso profondo, e questo, per me, è la più grande opportunità.